Profumo di legna, vetri appannati, mani che si incontrano vicino al forno: ecco come preparare i cestini di polenta, la ricetta gustosa da leccare i baffi.
Profumo di legna, vetri appannati, mani che si incontrano vicino al forno: i cestini di polenta arrivano in tavola croccanti, poi si aprono in un cuore filante. Un gesto semplice, dal rumore secco del morso alla sorpresa calda del ripieno: è l’antipasto che dialoga con l’inverno senza alzare la voce.

C’è una ragione se i cestini di polenta funzionano nelle serate di festa. Sono intuitivi, si mangiano in piedi, tengono bene il calore. E portano con sé tre sapori iconici del Nord: farina di mais, speck e taleggio. I semi di papavero chiudono il cerchio con una nota tostata e un tocco visivo che fa scena senza sforzo.
La magia dietro la croccantezza e il cuore filante
Fin qui il quadro. Ma il punto centrale è un altro: come ottenere bocconi netti, asciutti, e al tempo stesso un cuore fondente che non cola. La tecnica è un doppio passaggio breve in forno, con spessori controllati.

Ingredienti e procedura per 12 cestini, utilizzando uno stampo da muffin, includono 250 g di polenta istantanea, 1 litro d’acqua, 8 g di sale fino, 120 g di taleggio a cubetti, 80 g di speck a listarelle, 1 cucchiaio di semi di papavero, e 2 cucchiai d’olio extravergine. La preparazione prevede un doppio passaggio in forno: il primo per ottenere cestini croccanti, il secondo per un cuore filante.
Varianti e note utili per adattare la ricetta
Sostituzioni come provola affumicata, fontina DOP o casera sono consigliate per variare il gusto, mentre per una versione senza maiale si possono usare speck di tacchino o funghi trifolati. Per mantenere la croccantezza, una spennellata d’olio sul bordo favorisce la doratura. Ogni cestino farcito si colloca in media tra 160 e 220 kcal.
Un appunto di metodo e un invito alla condivisione
Il riposo breve prima del forno aiuta l’amido a stabilizzarsi; il secondo passaggio, rapido, scioglie il formaggio senza bagnare la base. Mentre li disponete sul vassoio, pensate a quante storie stanno comodi in un guscio caldo. Chi vorreste sorprendere con quel primo morso che scrocchia e poi consola?