Una piastra che sfrigola, un profumo di burro e spezie, e in pochi minuti nascono i dolci gallesi più immediati di sempre: le Welsh cake, sottili, morbide e irresistibilmente cotte in padella
Le Welsh cake sono piccole tortine rotonde, tipiche del Galles, note in gallese come picau ar y maen (“torte sulla pietra”). La tradizione le vuole sulla bakestone, una piastra liscia di ghisa. Nascono come dolci da minatori e famiglie in movimento: ingredienti semplici, zero forno, cottura rapida.

La trama è unica. Non sono biscotti, non sono pancake, non sono scone. Hanno una briciola corta e burrosa, appena friabile, con il morso morbido e profumato. Nella versione più diffusa compaiono uvetta o uvasultanina, un accenno di spezie (spesso cannella o mixed spice) e una finitura di zucchero semolato. Fonti autorevoli come Visit Wales e BBC Good Food confermano la cottura su piastra 2–3 minuti per lato e uno spessore attorno a 0,8–1 cm, con dischi da 6–7 cm. La prima menzione documentata risale all’Ottocento, quando lieviti chimici e zucchero diventano comuni nelle cucine gallesi (indicazioni ricorrenti in testi storici e ricettari britannici; non esiste però una data unica e definitiva).
La cottura in padella che fa la differenza
Il punto centrale è la gestione del calore. Serve una piastra o una padella pesante. Fiamma medio-bassa. La superficie deve essere calda, non rovente. Se una goccia d’acqua sfrigola piano, è pronta. Ungerla leggermente è facoltativo se l’impasto è ricco di burro.
Un impasto “tipo” per 10–12 pezzi? 225 g di farina (meglio autolievitante o farina + 8 g di baking powder), 110 g di burro freddo a cubetti, 85 g di zucchero, 1 uovo medio, 50 g di uvetta o ribes, un pizzico di sale e di spezie. Latte solo se serve per legare. La tecnica che non conviene anticipare mai: sabbiare farina e burro con le dita fino a briciole fini, poi aggiungere il resto senza lavorare troppo. È il passaggio che regala la texture “frolla morbida”.
Stendi l’impasto a 0,8–1 cm. Coppapasta da 6 cm. Appoggia i dischi sulla piastra calda. Cuoci 2–3 minuti per lato, finché compaiono macchie dorate e il centro risulta appena elastico al tocco. Spolvera di zucchero semolato appena tolti, quando sono ancora tiepidi. In alternativa, tagliali a metà e farciscili con un velo di burro salato o marmellata di ribes. La National Trust propone anche versioni con scorza d’arancia; diverse bakery di Cardiff sostituiscono parte dello zucchero con demarara per un profumo più tostato. Dati e tempi sono allineati alle linee guida di Visit Wales e BBC Good Food; non risultano metriche ufficiali più precise sull’umidità ottimale dell’impasto.
Qualche variante che funziona: gocce di cioccolato al posto dell’uvetta, una punta di noce moscata, o metà farina integrale per un gusto più rotondo. Se vuoi congelarle, falle raffreddare e chiudile bene: si riscaldano in 2 minuti per lato su piastra calda.
C’è un momento che vale la ricetta: il primo sfrigolio, quando il profumo di burro invade la cucina e la superficie si punteggia di dorato. È il segnale che invita a girare, come una piccola clessidra commestibile. Tu, in quel preciso istante, con chi le condivideresti?