I racconti della nonna: ‘fileja e sujaca’ un piatto povero ma ricco, la vera storia dell’antica pasta calabrese. Davvero incredibile!
Che la tradizione culinaria italiana vanti un numero incredibile di ricette ed usanze è ormai risaputo. Spesso, però, non si conoscono le origini e le storie che si nascondono dietro ai piatti più amati e conosciuti nello Stivale.
Quest’oggi, infatti, vogliamo raccontarvi di come nascono i ‘fileja e sujaca’, una ricetta regionale tipica della Calabria che profuma di storia, antichità e, perché no, anche di sugo! Immaginate due mani forti e sicure scavate dal lavoro nelle terre che impastano insieme quei pochi ingredienti presenti in dispensa per sfamare quattro piccole bocche affamate. Ecco, lì troverete l’origine dei ‘filja e sujaca’.
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I felja altro non sono che un particolare formato di pasta fatta in casa di origine calabrese. Conosciuti anche come maccaruni i casa, scialatielli, scilatilli, firrazzul o maccarruni a firrettu a seconda del dialetto locale, il risultato non cambia. In ognuno di questi casi stiamo, infatti, parlando sempre di un impasto a base di tre ingredienti essenziali, farina, sale ed acqua, lavorati in modo tale da ottenere la tipica forma di viti allungate. Il termine fileja deriverebbe, in particolare, dall’azione del filare la pasta. Vale a dire il procedimento da compiere per realizzare questo caratteristico formato, attraverso l’utilizzo di una bacchetta ricavata dal fusto di una pianta selvatica.
L’espressione maccheroni, invece, sembrerebbe affondare le proprie origini nel greco bizantino, assumendo quindi il significato di canto funebre oppure polenta di fave. La sujaca, invece, è una particolare varietà di fagioli coltivata nella provincia di Vibo Valentia. Spesso utilizzata proprio come ingrediente principe per cucinare i gustosissimi ed antichissimi fileja.
Non c’è, dunque, da stupirsi se ‘fileja e sujaca’ è considerato da sempre un piatto povero, ma allo stesso tempo ricco della tradizione culinaria calabrese.
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La semplicità del loro impasto è infatti spesso compensata da condimenti sostanziosi e nutrienti come, appunto, sughi a base di fagioli, ceci, carne di capra o di maiale, ‘nduja e formaggio. Tutti prodotti tipici del luogo che hanno reso ricche di storia e di cultura anche le famiglie più povere del nostro territorio.
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