In cucina, le divise non sono solo un obbligo igienico ma anche un simbolo preciso: come si chiama il cappello da cuoco e cosa rappresentano le “pieghe”, lo avresti mai immaginato?
Ammettiamolo, quando vediamo un cuoco vestito di tutto punto nella sua “divisa” non possiamo che ammirarlo. In cucina vigono regole molto precise riguardo l’igiene di personale, cibo e ambienti, come è giusto che sia. La divisa di uno chef, però, nasconde anche un tacito e simbolico messaggio. In particolare, tutti abbiamo notato il “cappello” che spesso indossa. Inconfondibile: alto, bianco, a volte “gonfio” e con delle strane pieghe a ornarlo. Quello che non tutti sanno è che questo accessorio è parte integrante della divisa e ha una sua “personalità”. Come si chiama il cappello da cuoco e cosa rappresentano le “pieghe”: lo avresti mai immaginato?
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No, non si tratta di un semplice accessorio per completare “l’uniforme”. Il cappello da cuoco ha una sua storia ed è un simbolo vero e proprio. Di cosa? Dell’arte della gastronomia! Secondo diverse leggende, l’ispirazione per questo copricapo deriverebbe dagli Assiri. I re, per timore che i cuochi li avvelenassero con le loro pietanze, vollero falli sentire “importanti” e conferire loro un simbolo distintivo. Ma come si chiama questo celebre copricapo e cosa c’entrano le pieghe di cui spesso è composto?
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Ebbene, questo “accessorio” prende il nome di “Toque Blanche” o “Toque da cuoco”. Le pieghe che spesso vediamo, che idealmente dovrebbero essere cento, dovrebbero indicare cento modi conosciuti di cuocere… le uova! Inoltre, dal cappello, dovremmo essere in grado di riconoscere anche la scala gerarchica in cucina. Lo avreste mai immaginato? Infine, certo, hanno una funzione igienica molto importante e fondamentale. Affascinante, non siete d’accordo anche voi?
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