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Curiosità

I racconti della nonna: sai cosa sono le ‘zendraglie’ e perché si chiamano così? Non ci crederai!

I racconti della nonna: sai cosa sono le ‘zendraglie’ e perché si chiamano così? Non ci crederai, ecco tutta la storia nel dettaglio.

Tutti sanno che la cultura napoletana è ricca di leggende e tradizioni che si tramandano da secoli e secoli e che le nostre nonne ancora raccontano a figli e nipoti, in modo che non vengano mai dimenticate.

Sapete cosa sono le ‘zendraglie’? Ecco la storia di questo particolare cibo tipicamente napoletano

Tantissime, in modo particolare, sono le tradizioni che riguardano la cucina partenopea, una cucina molto saporita e ricca, con tantissimi piatti che arrivano proprio dal passato e che ancora oggi vengono preparati nelle case del capoluogo partenopeo. Molti sono piatti poveri e semplici, proprio perché il popolo napoletano ha vissuto storicamente molti momenti di indigenza e difficoltà economica ed è sempre riuscito, grazie alla sua creatività, ad ‘arrangiarsi’ e a creare vere e proprie prelibatezze con gli ingredienti più semplici e ‘poveri’. Uno di questi sono sicuramente le cosiddette ‘zendraglie’. Sapete cosa sono e perché si chiamano così? La storia vi lascerà a bocca aperta!

Sai cosa sono le ‘zendraglie’ e perché si chiamano così? Ecco il racconto della nonna che ti lascerà senza parole

La maggior parte dei non napoletani sicuramente non ha mai sentito questa parola e non ne conosce il significato. Stiamo parlando delle ‘zendraglie’, il termine che indica le frattaglie, ovvero il cosiddetto quinto quarto della carne. Si tratta di tutte quelle parti dell’animale che solitamente non vengono usate, come il muso, i piedi, le interiora, la coda, insomma tutte parti che in teoria sarebbero da scartare, ma che il popolo napoletano ha imparato a cucinare e mangiare rendendole deliziose. Sapete perché?

Cosa sono le ‘zendraglie’? Ecco la storia di questo particolare termine napoletano (Fonte foto: PIxabay)

Per capire l’origine di questo termine, dobbiamo fare un salto indietro, nel periodo di dominazione francese a Napoli. All’epoca il popolo viveva nella povertà e le donne avevano l’abitudine di accalcarsi sotto le finestre delle case dei nobili, aspettando che questi lanciassero loro degli scarti o degli avanzi. In francese le interiora si chiamano ‘les entrailles’ e da qui viene la parola ‘zendraglie’, con cui ancora oggi si chiamano tutti gli scarti della carne, che a Napoli in realtà sono piatti gustosissimi. ‘O per e o muss’, ovvero il piede e il muso del maiale sono molto saporiti e si mangiano solitamente con sale e limone, ma ci sono anche altri piatti come il soffritto, che si usa per condire la pasta o come zuppa ed è fatto con tutte le interiora del maiale. Un’altra ‘chicca’ interessante è che il termine ‘zendraglie’ viene utilizzato ancora oggi per indicare le donne rissose, proprio per ricordare quelle donne che si accapigliavano sotto le finestre dei nobili per accaparrarsi più cibo possibile.

Francesca Simonelli

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