Maxi sequestro per la famosa azienda: vendevano prodotti stranieri come 100% italiani

Maxi sequestro per la nota azienda di pomodoro: spacciavano prodotti stranieri per 100% italiani, ecco i dettagli della vicenda.

6 persone sono indagate e oltre 4mila tonnellate di pomodoro sono state sequestrate nelle scorse ore durante un blitz dei carabinieri per la tutela agroalimentare. Nel mirino è finita la Petti di Venturina, in provincia di Livorno. La nota azienda italiana di pomodoro, famosa per l’eccellenza e la provenienza dei suoi prodotti, è finita nel mirino di un’indagine che va avanti da alcuni mesi e che sembrerebbe aver riscontrato una significativa irregolarità che ha portato poi all’intervento odierno e al maxi sequestro. Ma andiamo con ordine e scopriamo tutti i dettagli della vicenda.

Maxi sequestro per la famosa azienda di pomodoro: vendevano prodotti stranieri spacciandoli per 100% italiani

Il maxi sequestro che ha colpito questa mattina, lunedì 26 aprile, l’azienda toscana Petti, ha lasciato tutti di stucco. I carabinieri per la tutela agroalimentare hanno portato a termine un’importante operazione che ha condotto al sequestro di 4.477 tonnellate di pomodoro, divise tra confezioni di passata e concentrato. Sulle etichette di questi prodotti, infatti, era specificato che si trattasse di pomodoro 100% di origine italiana e/ toscana, mentre secondo gli inquirenti si tratterebbe di un misto di pomodoro italiano e una significativa percentuale di pomodoro concentrato proveniente dall’Estero e per la precisione da Paesi esterni all’Unione Europea.

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Maxi sequestro per la nota azienda di pomodoro Petti: spacciavano per italiani prodotti stranieri, 6 le persone indagate con l’accusa di frode in commercio (Fonte foto: Pixabay)

Durante il blitz presso il deposito Italian Food Spa del gruppo Petti nello stabilimento di Venturina, i carabinieri avrebbero colto in flagranza alcuni addetti mentre realizzavano delle conserve spacciate per 100% italiane con delle rilevanti percentuali di pomodoro proveniente da Paesi esterni all’UE. Al momeno sono 6 le persone che risultano indagate con l’accusa di frode in commercio. Tutte ricoprono ruoli diversi all’interno dell’azienda e avrebbero favorito la commercializzazione di prodotti etichettati come italiani ma con un’origine e una composizione diverse da quelle descritte sulle loro etichette. I militari al momento hanno sequestrato tutta la documentazione cartacea e informatica e solo il procedere delle indagini potrà fornire nuovi importanti risvolti sulla vicenda.

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