Curiosità a tavola: sai perché la forchetta ha questo nome? Pochi lo immaginano, resterai sorpreso

Siamo abituati ad utilizzare le posate ogni giorno, ma molti si chiedono quale sia la lo storia: sai perché la forchetta ha questo nome? Pochi lo immaginano, resterai senza parole

Le usiamo praticamente ogni giorno, per noi sono la normalità. Eppure le posate, così come le conosciamo, hanno una storia affascinante alle spalle che arriva da molto lontano. Certo, oggi esistono moltissimi utensili pensati appositamente per apparecchiare la tavola in modo elegante e secondo le regole del Galateo. Ogni portata ne ha di specifiche che rispondono a determinati criteri. Curiosità a tavola: sai perché la forchetta ha questo nome? Pochi lo immaginano, resterai sorpreso! Se anche tu vuoi scoprire le origini di questo oggetto di uso quotidiano non ti resta che seguirci nelle prossime righe.

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Perché ha questo nome: la storia della forchetta (fonte pixabey)

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La storia della forchetta: sai perché ha questo nome?

A quanto sembra, la prima volta che la forchetta ha fatto la sua comparsa, almeno nel nostro paese, è stato durante il banchetto di nozze di una principessa bizantina. Nonostante lo sconcerto generale, si servì di questo “arnese” per gustare le pietanze. La sua diffusione in Francia, invece, è probabilmente dovuta all’italiana Caterina De Medici, sposa di Enrico II. Giunta in Francia con il suo set di argenteria, suscitò scalpore a corte poiché usava questo “strumento” durante i pasti. Ovviamente, non si trattava della forchetta come la conosciamo oggi. I suoi “denti”, infatti, erano inizialmente solo due. Ma perché tanto sconcerto, tanta disapprovazione di fronte a tale utensile?

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Non era vista di buon occhio: sai perché? (fonte pixabey)

Lo si può intuire dal suo nome, “forchetta”. Questo utensile pare fosse ispirato alla forca, tipico elemento di tortura nei tempi antichi. Tutti conosciamo l’espressione “mettere qualcuno alla forca”. La posata come la conosciamo oggi, con i quattro “denti”, la versione perfezionata per intenderci, pare sia opera di un napoletano. Si tratterebbe di Gennaro Spadaccini, ciambellano al servizio di Ferdinando IV di Borbone. Fu lui ad aggiungere il quarto “dente” per facilitare, sembra, la degustazione degli spaghetti. Affascinante, non trovate?

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