Biscotti decorati con le bellezze di Chiavari, Orietta Biggio presenta la sua incredibile idea: “Sono da sempre una creativa”

Biscotti decorati con immagini delle bellezze di Chiavari e dintorni: è la splendida idea che la pasticciera Orietta Biggio ha realizzato nella sua ‘Casa di Zucchero’; ne ha parlato ai nostri microfoni, ecco cosa ci ha raccontato.

Lei si chiama Orietta Biggio ed è la proprietaria del locale ‘La casa di zucchero’ di Chiavari, in provincia di Genova. Se non avete ancora provato i suoi dolci, forse è arrivato il momento di farlo! La sua è una pasticceria dove si trova sicuramente il ‘classico’, ma dove non possono mancare l’innovazione e la modernità. Tutto merito suo e del suo compagno, che fanno della creatività il loro punto di forza, ma anche un vero e proprio ‘leit motiv’ nella vita di tutti i giorni: “Io ho bisogno di creare. Dico sempre che nella mia vita lavorativa non avrò mai il tempo di realizzare tutte le idee che ho in testa”, ha rivelato Orietta ai nostri microfoni.

La sua ultima trovata a dir poco rivoluzionaria sono dei biscotti con sopra le immagini dei posti più belli di Chiavari e dintorni. Delle vere e proprie ‘cartoline da mangiare’, insomma, che i turisti possono decidere di portare a casa o regalare ad amici e parenti al loro ritorno, ma anche un modo per chi vive a Chiavari di poter ammirare e allo stesso tempo ‘gustare’ con orgoglio i luoghi della propria città e della propria Regione. Un’idea affascinante, dunque, nata durante il periodo della pandemia, che ora sta portando i suoi frutti e ha permesso a Orietta e alla sua ‘casa di zucchero’ di essere conosciute in tutta la Liguria, e non solo. Ecco cosa ha raccontato lei ai microfoni di Ricette.eu.

Biscotti decorati con le immagini di Chiavari, la nuova rivoluzionaria idea di Orietta Biggio: ecco le sue parole

  • Ciao Orietta, tu hai sempre lavorato nell’ambito della pasticceria?

“No, fino a 8 anni fa lavoravo in maglieria, ho fatto 25 anni di maglieria. Mi sono sempre piaciuti questi lavori creativi perché mi danno la possibilità di esprimermi e ‘sfogarmi’, di tirar fuori tutti gli stati d’animo. A me capita, ad esempio, che se ho una giornata nera o mi sveglio di malumore, i bignè non mi vengono bene e devo rifarli. In cucina, come in pasticceria, il lavoro risente molto dello stato d’animo. Ma io ho bisogno di questo, ho bisogno di creare. Anche nel mio lavoro, ad esempio, tutti i giorni preparo dolci ‘tipici’, come il cannolo, i bignè o i cavolini con la panna, ma poi spesso e volentieri tiro fuori qualcosa di nuovo. Ho bisogno di creare, di sfogare questa mia voglia di vedere sempre cose nuove e belle in frigo. Per questo ho fatto sempre lavori creativi”.

  • E com’è nata poi l’idea della pasticceria? Com’è nata la tua passione?

“Fin da piccola ho sempre cucinato e fatto dolci. Da quando ero ragazzina e avevo 12-13 anni facevo io il pranzo della domenica, però mi è sempre piaciuto fare in particolare i dolci, mi rilassava e mi venivano sempre bene. Poi, ripeto, ho fatto per tanti anni un lavoro di maglieria. A un certo punto, però, mi pesava, non mi alzavo più contenta e soddisfatta. Per me è fondamentale alzarmi contenta di andare a lavorare. Nel momento in cui ti pesa, vuol dire che non è più il tuo lavoro, che sta finendo la passione. Quando vivevo questo momento ‘no’ con la maglieria, per sfogarmi ho cominciato a fare dei corsi amatoriali di pasticceria. In questo modo ero più contenta anche di andare a lavoro, perché avevo trovato un modo per sfogare la mia creatività. Poi ho cominciato a fare sempre più corsi professionali, ho studiato a Milano, ad Asti, a Genova e ogni tanto ancora adesso, quando riesco, faccio anche dei corsi di aggiornamento. La mia passione nasce da questo, dalla voglia di creare, quando l’altro lavoro non mi dava più soddisfazione. Così 7 anni fa ho aperto la Casa di Zucchero”.

Banco dolci Casa Zucchero
La Casa di Zucchero, ecco il banco dolci della splendida pasticceria di Chiavari
  • Ora hai inventato un nuovo modo di decorare i biscotti, come ti è venuta in mente questa idea?

“Io ho sempre decorato i biscotti con la pasta di zucchero, o meglio ancora con la ghiaccia, che mi dà molta più soddisfazione. A Natale mi è venuta l’idea di decorarli in modo particolare, cioè di farli diventare come la classica cartolina che si manda ai familiari, quella con scritto ‘Auguri’, ‘Buone Feste’ etc… Così ho cominciato a usare delle immagini di Babbo Natale, di bimbi che scartano i regali, cuccioli sotto l’albero. Dopo questo periodo natalizio, io e il mio compagno insieme abbiamo cercato una nuova idea ed è venuta fuori questa. “Perché non facciamo le cartoline di Chiavari?”, ci siamo detti. Abbiamo scelto 2-3 immagini, ma presto, anche con l’arrivo del bel tempo, andrò in giro a fare foto di altri luoghi significativi di Chiavari. E’ iniziata così, perché poi abbiamo pensato che se un turista viene qui e vuole portare un pensiero a qualcuno, può scegliere i nostri biscotti al posto della classica cartolina che poi finisce in un cassetto e si ingiallisce. E’ vero, il biscotto lo mangi e sparisce, però è una cosa particolare, unica”.

Biscotti Cihiavari
Ecco alcuni dei biscotti creati da Orietta Biggio
  • Tutte queste idee vi sono venute durante il lockdown e le varie chiusure, giusto? Come avete vissuto quel periodo?

“Io sono stata chiusa 8 mesi e sono stati tempi difficili. Mi ero appena trasferita da Genova a Chiavari, avevo avuto i permessi per fare i lavori e dopo poco ho dovuto chiudere tutto per 8 mesi. Non è stato facile con l’affitto da pagare e tutto il resto. Però fortunatamente appena abbiamo riaperto siamo partiti bene perché nella mia pasticceria si trova il classico ma anche l’innovazione e il moderno, e questo ha funzionato. Poi siamo vicinissimi al Caruggio, che è la strada principale di Chiavari, e nonostante siamo in una stradina, in poco tempo ci siamo fatti conoscere. La cosa più bella è stata vedere gente che arrivava perché mandata da altre persone che avevano assaggiato i nostri dolci”.

  • Dopo 8 mesi di chiusura, quindi, la situazione si sta riprendendo velocemente, anche grazie a questa tua nuova idea…

“Sì, io lo dico sempre, nella mia vita lavorativa non avrò mai il tempo di realizzare tutte le idee che ho in testa! Devo dire, comunque, che come pasticceria ho preso subito campo, anche con le torte. Prima facevo anche torte da 10 kg per feste, matrimoni, etc… Poi con il Covid ne ho fatte di meno, e sempre più piccole, anche a causa delle limitazioni sul numero delle persone alle feste, però comunque ricevo tanti ordini. Poi io faccio torte anche un po’ diverse dal solito, e questo alle persone piace. Noi abbiamo cose classiche, ma anche tanta innovazione. Ho fatto, ad esempio, il pasticcino al rosmarino e sta andando da impazzire”.

  • Quali altri dolci particolari hai creato?

“Oltre al pasticcino al rosmarino, facciamo ad esempio l’amandina, che è una pasta frolla con amarene e una crema alla mandorla in cottura. Un’altra cosa è che io differenzio molto i cavolini, ovvero i bignè tagliati e farciti con panna montata zuccherata. Io, ad esempio, li faccio anche al caffè, alla Nutella e al limone. Poi faccio le frolline con purea di fragole o limone con la meringa all’italiana sopra, o la frolla al cacao con una ganache al cacao e sotto una purea di lampone, o ancora i pasticcini al cocco. Lavoro molto con la frutta, perché mi piace particolarmente. Anche le meringhe, ad esempio, che solitamente sono rosa, bianche o azzurre, io le aromatizzo e le faccio al limone, allo zenzero, alla cannella, alla liquirizia, poi le decoro anche per i bimbi, ad esempio con le immagini degli unicorni e altre cose che a loro piacciono”.

Meringhe decorate
Ecco le meringhe ‘unicorno’ create da Orietta Biggio per i clienti più piccoli
  • Per il futuro hai già qualche idea che puoi svelare?

“Ho già tante idee per il futuro, ma devo ancora lavorarci. Sicuramente non mancherà il colore, perché io amo che il mio banco frigo sia sempre ricco e colorato. Ad esempio abbiamo fatto delle frolline rosa e gialle dove mettevamo le bavaresi al limone e alla rosa e ora stiamo cominciando a fare delle modifiche, magari aggiungendo altre cose alle frolline per dare ancora altro colore al banco”.

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